Rolex Paris Masters, Adieu Pouille, la Francia resta senza giocatori al Master. Goffin ringrazia e va a Londra.

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Da Parigi Bercy, Fabrizio Salvi

 

La Francia si presenterà senza giocatori in singolare e lascerà l’onere di difendere il tricolore transalpino ai soliti, inossidabili, Herbert/Mahut. Lucas Pouille ha, infatti, perso il proprio incontro sul campo centrale contro Jack Sock e si è chiamato fuori dalla Race. L’impresa era già complicata poiché, il talento di Grande-Synthe, aveva bisogno di arrivare almeno in finale per avere una chance.

Sock, sgombro da impegni e pressioni, si è giocato al meglio le proprie possibilità e di fronte si è trovato un giocatore che ha provato a risalire la china del match, ma è risultato troppo discontinuo. Allo schioccare dell’ora e ventiquattro di gioco, secondo set, il doppio fallo di Lucas Pouille suona come una sentenza definitiva sulla partita. L’errore permette, infatti, a Sock di andare in vantaggio di un break al quarto tentativo nel game (5 giochi a 3) e di mettersi nella condizione di servire per il match, puntualmente sfruttata. Per Pouille, se non il Master, resta un impegno assai più importante per i suoi connazionali, la finale di Davis, sperando che la tensione non gli giochi un brutto scherzo. Sock domani se la vedrà con l’indemoniato Fernando Verdasco.

 

Trattato su come complicarsi la vita. Grigor Dimitrov è uno di quei tennisti che potrebbe scrivere un libro su come sciupare situazioni favorevoli e girarle in sfavorevoli. La partita contro John Isner di oggi ne è un esempio. Terzo set arrivato dopo una lotta intensa iniziata con un tie-break nel primo set, continuata con un 7 a 5 a favore di Dimitrov nel secondo e, con lo stesso bulgaro, avanti di 5 giochi a 2 nel parziale decisivo, con match point a favore per giunta. Dall’altra parte della rete Grigor poteva scorgere facilmente un John Isner praticamente immobile, debilitato dai problemi fisici alla gamba, e i più avranno pensato che fosse praticamente fatta per lui. Macché. Punto dopo punto, game dopo game l’americano è riuscito a riportarsi sotto, arrivando fino ad un incredibile tie-break. Anche qui, come se non lo fosse già stato abbastanza, la fisionomia del pasticcione ha ripreso forma e, sotto gli occhi malinconici di Dani Vallverdu, Dimitrov ha regalato tre-mini break pasticciando al servizio e nei colpi a rimbalzo. Isner, invece, ha alzato di poco l’asticella del rendimento e tanto è bastato per portare a casa l’incontro.

 

Goffin, il Master è tuo. La premessa è che se avesse vinto con Julien Benneteau il biglietto per Londra lo avrebbe già potuto mettere in tasca qualche mezzora prima, senza dover confidare nelle sciagure altrui. Invece, dopo la sconfitta in due set, il suo aereo è restato in attesa di capire in che direzione andare. Oggi è stata una di quelle sconfitte nelle quali l’effetto poteva essere moltiplicatore, poiché alla perdita della partita in sé si poteva sommare l’incertezza sul futuro che, comunque fosse andata l’altra partita, rimaneva ben orientato verso la capitale inglese. Invece il regalo è arrivato e buon per lui che si qualifica per la prima volta per le ATP Finals, cosa che non era mai successa ad un belga in singolare nei 48 anni di storia del Masters.

 

I RISULTATI:

 

[9] J. Isner b. [6] G. Dimitrov 76(10) 57 76(3)

[W] J. Benneteau b. [7] D. Goffin 63 63

[16] J. Sock b. [17] L. Pouille 76(6) 63