Di Adriano Spataffi
Un Roger Federer tonico e brillante vince in due set contro Richard Gasquet e si conquista la semifinale che lo vedrà opposto, domani, a del Potro.
La partita si è giocata su ritmi altissimi da entrambe le parti ed è stata, dunque, ricca di vincenti, discese a rete ma anche condita da diversi errori. Non si è quasi mai andati oltre i tre-quattro scambi, dunque il livello non ha sempre raggiunto vette altissime, ma certo c’è stato da divertirsi.
Il merito di tutto ciò va molto alle scelte tattiche di Gasquet: il francese ha tolto la veste di lottatore coriaceo indossata ieri per avere la meglio su Simon, e forse proprio le energie spese nel derby transalpino hanno influito su questa scelta, per indossare i panni di attaccante, quasi stravolgendo se stesso, come quando sul 4-3 del primo set, si è catapultato a rete subito dopo aver risposto, schema davvero inedito anche per suoi tifosi più continui.
Federer dal canto suo ha accettato il terreno, forte di un buon rendimento al servizio, a volte pareva quasi divertirsi nel cercare la spettacolarità quasi si fosse sentito “stuzzicato”. Lo svizzero, però ha saggiamente saputo gestire i momenti della gara, conosce abbastanza bene Gasquet (diciassette set consecutivi vinti dopo quelli di oggi) da sapere entro in quali limiti spingersi finché l’avversario non sarebbe stato in grado di seguirlo: ha alternato fasi veloci a cali di ritmo con la furbizia del veterano, sapeva esattamente quanto e quando assecondare l’esuberanza di Gasquet e, infatti, in entrambi i set, il primo a “rompere” è sempre stato il francese.
Succede nel 5-5 del primo set quando Federer decide di portare il livello del match da alto ad altissimo, aumentando ritmo e profondità di colpi: Gasquet, che fino a quel momento sembrava stesse conducendo il ritmo della gara, si è ritrovato d’un tratto ad una velocità che non ha saputo mantenere e ha concesso gratuiti decisivi per perdere il break e, con esso, il set.
In scia, lo svizzero vince anche il break in apertura secondo set, stavolta però l’aggressività del transalpino viene premiata con un game di risposta giocato da manuale dove ha rispedito indietro il numero del 2 ATP, forse un po’ rilessato, dopo ogni servizio prendendo campo.
Sull’1-1 passano altri quattro game interlocutori, poi sul 3-3 ecco ancora l’accelerata di Federer che, ancora al momento giusto, sale quanto basta a togliere riferimenti all’avversario: inizio game giocato di aggressività, poi colpi in più variazioni a far spostare Gasquet sui cui ormai era trasferita tutta la pressione. Ne esce così il secondo break che Federer manterrà fino alla fine.
Bella prova fisica, tecnica ma anche tattica per Federer che ha quasi “ingannato” Gasquet lasciandogli credere di gestire il gioco quando in realtà è sempre stato lui quello in grado di alzare o abbassare a piacimento il ritmo gara, anche questa è maestria.
[2] R.Federer b. R.Gasquet 7/5 6/4