Challenger Bergamo 2023: la maturità di Francesco Passaro

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By Antonio Milesi

Dodici mesi fa era il leader della Next Gen azzurra, oggi è cento posizioni più in giù. Messa così, sembrerebbe che il 2023 di Francesco Passaro sia stato una delusione. Avrebbe potuto fare di più – ed è il primo ad ammetterlo – ma la qualità di un giocatore non si misura solo dai risultati. Il perugino è convinto di essere un giocatore migliore rispetto all’anno scorso, e tanti piccoli dettagli evidenziano un bel processo di maturazione. Quest’anno si è parlato di altri, a partire dal suo amico Matteo Arnaldi, mentre lui è passato in secondo piano. Ma ha continuato a mettere un mattoncino dopo l’altro per una carriera che è ancora all’inizio. “Potevo fare un po’ meglio, soprattutto a inizio anno – racconta – ma ormai è andata così. E comunque ho appena 22 anni. Se tre anni fa mi avessero detto che oggi mi sarei trovato in questa situazione, avrei subito firmato”. Frase piena di saggezza, che però non ridimensiona le ambizioni di un giocatore che è stato numero 108 ATP e si è presentato al Trofeo FAIP-Perrel presented by Intesa Sanpaolo in 214esima posizione. La risalita è partita dal 7-6 6-3 con cui ha battuto Nicolas Moreno de Alboran, americano di origine dominicana. Sette ace e l’83% di punti con la prima palla sono dati interessanti. “In effetti sono stato bravo a usare bene il servizio e a sfruttarlo – dice Passaro – per essere il primo match dopo un mese di inattività sono molto contento di come l’ho gestito. Ho espresso un buon tennis e mi sono sentito molto preparato. Inoltre il campo non è troppo veloce, dunque ben si adatta al mio tennis”. Passaro viene da un mini-stop a causa di una distorsione alla caviglia, patita a Lisbona. Alla vigilia dell’esordio, si è procurato una lesione di secondo grado durante un esercizio. Si tratta del secondo infortunio di questo tipo dopo quello patito a marzo a Indian Wells. “Allora mi impedì di giocare a Phoenix e Miami, mentre stavolta ho dovuto saltare un paio di tornei sul cemento. Però in questo periodo abbiamo lavorato duramente a livello atletico, restando attivi e trovando soluzioni anche senza affaticare la caviglia”. Tutta benzina da mettere nel serbatoio in vista della stagione del rilancio. Prima di proiettarsi nel 2024, tuttavia, Passaro riflette con serenità sulla stagione che volge al termine. “All’inizio avevo grandi aspettative, ma non sapevo a cosa andavo incontro. I top-100 erano vicini e mi mettevo tanta pressione. Non avevo preventivato certe difficoltà, però mi hanno fatto crescere e oggi mi sento più maturo. Sì, sono un giocatore migliore”.

 

ISPIRAZIONE ARNALDI

Quando gli chiediamo quale sia stata la principale difficoltà, non ha dubbi. “La pressione legata al ranking. Pensavo troppo ai punti, giocavo un torneo con l’idea di essere ammesso a un altro… questo ti distoglie dall’obiettivo principale: migliorare”. E allora, dopo gli ultimi tornei del 2023 inizierà la preparazione per l’anno nuovo. “In cui proverò a entrare tra i top-100. Poi vorrei giocare con continuità nel circuito ATP: è il modo migliore per alzare il proprio livello, mettere un mattoncino dopo l’altro e migliorare quello che sto già facendo. E poi vorrei giocare di più sul duro: per frequentare il circuito maggiore devi essere completo su tutte le superfici e avere più opzioni di gioco”. Per riuscirci, a volte, una mentalità coraggiosa può essere decisiva. Passaro ha una visione lucidissima sui tanti Challenger italiani, soprattutto su terra battuta, che offrono ghiotte possibilità ai giovani ma rischiano di diventare un circolo vizioso da cui è difficile uscire. “Ci sono dei pro e dei contro. L’anno scorso, grazie alle wild card della federazione ne ho giocati parecchi e ho effettuato un grande salto. Un altro vantaggio è la comodità, perché si può giocare senza viaggiare né spendere troppo. Però la comodità può portare all’eccesso opposto: a volte bisogna andare in giro a farsi le ossa, uscire dalla zona di comfort, lottare. Troppa comodità può portare a essere “viziatini”. Prendi gli argentini: passando mesi fuori da casa, lottano fino alla morte. Hanno più garra”. La stessa che Francesco vuole dimostrare di avere, magari come il suo amico Matteo Arnaldi, autore di una stagione spettacolare. “Me l’aspettavo – dice Passaro – quel che mi stupisce di lui è la fiducia nelle proprie qualità. Secondo me, la capacità di ritenersi più forte di quanto realmente sia lo ha aiutato a salire così in alto. Ha un’enorme fiducia nei suoi mezzi, ovviamente alimentata dai risultati, un po’ come era successo a me – sia pure in piccolo – l’anno scorso. Sono contento per lui, se lo merita e mi fa capire che raggiungere certi traguardi non è impossibile”. Il torneo di Passaro (sempre seguito da coach Roberto Tarpani, ma a Bergamo è accompagnato da Mosé Navarra e dal preparatore Stefano Nebbia) ripartirà nella sessione serale di mercoledì. Non prima delle 20 troverà David Goffin. “È alla mia portata, perché non è il Goffin di una volta. Certo, lui ha l’esperienza però credo di avere le carte in regola per giocare una buona partita. Mi preparerò al meglio e non sarà troppo difficile, perché l’abbiamo visto giocare parecchio. Di sicuro entrerò in campo per vincere”.

 

VAVASSORI PARTE BENE, OCCHIO A NAKASHIMA

Non solo Passaro: l’Italia approda agli ottavi anche con Andrea Vavassori. Quartofinalista lo scorso anno, non ha avuto troppi problemi nel vincere il derby contro Stefano Travaglia. Un 6-4 6-2 senza piuttosto netto lo spinge al secondo turno, nel quale troverà il vincente di Draper-Maestrelli. Il torneo ha registrato il forfait di Giulio Zeppieri: il laziale era particolarmente atteso, ma pochi minuti prima di scendere in campo contro Jelle Sels ha alzato bandiera bianca per un problema alla spalla sinistra. Accompagnato dal preparatore atletico Massimiliano Pinducciu, ha preferito non rischiare anche perché è iscritto a un paio di tornei da qui a fine stagione. Da segnalare la grande performance di Brandon Nakashima: il giovane americano, campione in carica delle Next Gen Finals, ha lasciato cinque giochi all’esperto Mikhail Kukushkin e si propone come un potenziale candidato al titolo. Dopo uno spettacolare 2022, quest’anno non si è confermato ad altissimi livelli, ma quando è in forma – specie a questi livelli – può fare paura. Per rilanciarsi si è affidato a una curiosa coppia di coach: Davide Sanguinetti e Mariano Puerta, che lo seguono con grande attenzione. Non essendo testa di serie, è davvero la mina vagante del torneo.

 

IL GRAN GIORNO DI FOGNINI

Spettacolo assicurato nella giornata di mercoledì. Il pubblico di Bergamo potrà godersi il giorno di festa con l’esordio di Fabio Fognini e Flavio Cobolli. Reduci dal passaggio del turno in doppio, saranno protagonisti di un curioso incrocio tra Italia e Francia. L’attesissimo ligure giocherà (non prima delle 16) contro il qualificato Matteo Martineau, mentre il rampante romano è atteso da un test molto delicato contro Pierre-Hugues Herbert, ex vincitore di questo torneo e parso in discrete condizioni nei due match di qualificazione. A chiudere il programma, l’affascinante sfida di Francesco Passaro a David Goffin. Da segnalare il curioso incrocio tra Mark Lajal e Ugo Blanchet: eliminati nelle qualificazioni, sono stati ripescati come lucky loser e hanno entrambi passato il primo turno. Uno dei due è dunque certo di giocare i quarti.