Wimbledon 2023, day 12: la finalissima Djokovic – Alcaraz é servita

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©photo Patrick Boren

WIMBLEDON 2023 – La finale era scritta ancora prima del sorteggio del tabellone ed è stata servita: Novak Djokovic e Carlos Alcaraz domenica si giocheranno il titolo e il vertice della classifica ATP. Nole ormai gioca solo per i record ed è talmente determinato nel volerli battere tutti che affrontarlo vuol dire andare incontro a una missione impossibile. Jannik ci ha provato e come ammesso da Nole nell’intervista a fine partita: “Il punteggio non racconta la realtà del match”. Djoker ha vinto in tre set ma per farlo ha dovuto offrire una prestazione del suo massimo livello, e si sa quale sia, per superare Jannik. L’altra semifinale è stata diversa, con un giocatore, Alcaraz, votato all’attacco e nettamente superiore a Medvedev sul piano del gioco.

Sinner è partito sicuro, ha vinto il sorteggio e scelto di rispondere mostrandosi molto aggressivo e capace di procurarsi due palle break. Il problema per Jannik è stato che, come quasi sempre succede, Nole alza il livello del suo gioco quando si trova a giocare i punti chiave e così, piazzando solo prime, le ha annullate. Dopo è stato il turno di Sinner che ha servito bene ma l’altro ha risposto meglio, come fa spesso e volentieri, portando Jannik a sbagliare ripetutamente con il dritto e a subire il break. Nole ha confermato il vantaggio salendo 3-1 ma Jannik giocando in modo super aggressivo si è procurato una terza palla break nel quinto game. Anche in questa occasione però Nole non gli ha dato scampo, ha cancellato la palla break, si è preso il vantaggio con un gran punto a rete e con un ace è salito 4-1. Da quel momento è stata una questione di normale amministrazione per Nole (non per altri) che, senza sbagliare un colpo, ha chiuso 6-3.

Nole ha proseguito nel suo cammino dettando ancora legge. Jannik, per niente perso d’animo, ha tentato di imporre un ritmo molto alto agli scambi muovendo il gioco con colpi veloci e profondi ma Nole arrivava su tutti trovando la soluzione più idonea a seconda del momento senza mai commettere errori. Il serbo non mostrava punti deboli, era una macchina da tennis diabolica e perfetta e Sinner, non avendo nelle sue corde la capacità di spezzargli il ritmo con discese a rete o improvvise variazioni, ha provato a superarlo sul piano della potenza ma è andato fuori giri con il dritto e, complice anche un doppio fallo, nel terzo game ha ceduto il servizio. Neanche l’arbitro è riuscito a scalfire la sicurezza di Nole, nonostante gli abbia tolto un punto per palla disturbata dopo aver urlato colpendo un rovescio e dato un warning per “time violation” nel punto successivo. Con una freddezza glaciale Nole ha seguitato a giocare al massimo mantenendo un’intensità altissima e ha messo al sicuro anche il secondo set con un solido 6-4.

All’inizio del terzo parziale Jannik si è trovato davanti a un momento potenzialmente decisivo e pertanto drammatico. Dopo due game tenuti agevolmente da entrambi, Nole ha ricominciato a tessere la sua tela variando il ritmo con velenosi back di rovescio che gli hanno fruttato tre palle break consecutive ma Sinner è stato molto concentrato e dopo aver annullato le prime due manovrando bene il gioco, si è salvato piazzando ace e prime vincenti. A quel punto l’unica strada percorribile era quella di aspettare un calo nell’intensità della prestazione del serbo per imporre un gioco talmente rapido da non lasciargli la possibilità di controbattere. Ed è quello che Jannik ha fatto ma purtroppo è bastato solo per arrivare al tie break, raggiunto da Nole dopo aver annullato due set point sul 4-5. Al momento decisivo Jannik è partito forte procurandosi un mini break in avvio con una risposta vincente di rovescio. Dal 3-1 per Sinner però Nole si è esibito in prodezze sotto rete, colpi estremi, servizi vincenti e con un parziale di sei punti a uno si è assicurato il quindicesimo tie break stagionale, la finale numero trentacinque a livello Slam e la nona a Wimbledon con l’obiettivo di conquistare l’ottavo trofeo raggiungendo Roger Federer.

A seguire sono scesi in campo Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev. Se ci poteva essere qualche dubbio sull’andamento del match, è stato presto dissipato. Il russo ha retto l’onda d’urto dello spagnolo nei primi game grazie al servizio ma per il resto non ha potuto contrastare lo strapotere dello spagnolo, che ha messo la partita sul piano della pura lotta travolgendo il suo avversario e ha mortificato i suoi tentativi difensivi strappandogli il servizio nell’ottavo game per poi chiudere 6-3 con un turno di servizio a zero.

Con identico punteggio Alcaraz si è preso anche il secondo set, ancora più facilmente. Medevdev è stato in totale balia del suo avversario che ha fatto quello che ha voluto strappandogli due volte il servizio, nel terzo e nono game, garantendosi di servire per primo al terzo.

Alcaraz è partito con un parziale di otto punti a uno e il break messo a segno nel secondo game. La partita sembrava indirizzata ai titoli di coda. Non c’era motivo di pensare che Medvedev potesse cambiare qualcosa ma ha fatto tutto Alcaraz per rimetterlo in gioco. Lo spagnolo nel quinto game si è fatto prendere da una fretta insensata e con svariati errori di dritto e un doppio fallo ha restituito il servizio. Gli schemi sono saltati e il servizio non ha più avuto valore. Alcaraz ha di nuovo allungato e Medvedev lo ha riagganciato, ormai si giocava a chi sbagliava meno. L’ha spuntata Alcaraz perché è stato quello che ha deciso la sua sorte imponendo il proprio gioco e alzando il livello nel finale.

Semifinali:

[1] C. Alcaraz b. [3] D. Medvedev 6-3 6-3 6-3
[2] N. Djokovic b. [8] J. Sinner 6-3 6-4 7-6(4)