AUSTRALIAN OPEN 2023 – Alla fine sono lacrime di gioia, quelle che raccontano un lungo inseguimento, un sogno puntualmente sfumato che ora è diventato realtà: 4-6 6-3 6-4 il punteggio con cui, rimontando in finale Elena Rybakina, Aryna Sabalenka ha conquistato l’edizione femminile numero 97 degli Australian Open, il primo slam della sua carriera.
È stato un cammino diverso, quello che ha portato le due ragazze dell’Est a giocarsi il primo major dell’anno. Accreditata della testa di serie numero cinque e considerata fin dall’inizio del torneo come una delle primissime candidate al trionfo, Sabalenka ha raggiunto piuttosto facilmente la prima finale slam della carriera forte del successo di Adelaide 1 e di un percorso netto che in questo 2023 non l’aveva ancora vista fin qui perdere alcun set. La tennista di Minsk ha certamente dimostrato grande consapevolezza e condizione, ma ad esclusione di Belinda Bencic (unica top ten trovata sulla strada) non aveva mai affrontato giocatrici che potessero anche solo lontanamente immaginare di contrastare la sua potenza di fuoco.
Ben più insidioso il percorso di Rybakina, che dopo aver iniziato con discrezione e lontano dai riflettori la sua avventura nel torneo sull’anonimo campo numero 13 contro Elisabetta Cocciaretto ed aver rapidamente liquidato Kaja Juvan, ha lasciato un set alla finalista della passata edizione Danielle Collins. Quindi ha affrontato e superato ben tre campionesse slam: la numero uno del mondo Iga Swiatek, Jelena Ostapenko e Vika Azarenka. Un’impresa che sul cemento di Melbourne non si vedeva dal 2001, quando Jennifer Capriati trionfò su Martina Hingis.
Più che un confronto di stili, essendo due giocatrici dal tennis potente e capaci di determinare le sorti dello scambio con un solo colpo, una contrapposizione tra due stati d’animo. La grazia di Elena contro l’esuberanza di Aryna, la ricerca del controllo interiore di Rybakina verso l’esplosione emotiva di Sabalenka. L’esperienza ormai acquisita della kazaka dopo il trionfo di Wimbledon, la ricerca di quella capacità di gestire i momenti importanti da parte della bielorussa che ancora pochi mesi fa era mancata condannandola nelle WTA Finals contro Caroline Garcia. 3 a 0 i precedenti ufficiali a favore di Sabalenka (l’ultimo dei quali ai Championships nel 2021) e tutti decisi al terzo set; un successo per Rybakina nell’esibizione di Dubai dello scorso dicembre, quando la kazaka s’impose nel corso della World Tennis League.
Sabalenka ha vinto il sorteggio scegliendo di servire per prima, iniziando la finale con un doppio fallo. Un cattivo presagio scacciato via con un sorriso per stemperare la tensione ed il successivo ace al centro. Anche Rybakina ha concesso un solo punto nel primo game in battuta, poi l’equilibrio (inaspettatamente) si è subito spezzato. Avanti 40 a 0 nel terzo gioco Sabalenka ha faticato a mettere in campo la prima, facendosi raggiungere sulla parità dopo aver perso il controllo del rovescio (40-40). Un doppio fallo è valso la prima palla break, subito sfruttata dalla moscovita classe 1999 che con una risposta profonda al centro ha costretto Aryna a colpire di dritto indietreggiando senza trovare il campo.
La bielorussa è però rimasta lucida e, con pazienza, è rientrata in partita. Nell’ottavo gioco è sempre riuscita a far partire lo scambio e, quando il dritto della kazaka si è spento in corridoio, sono arrivate tre chance consecutive del contro break (0-40): buona la seconda, con Aryna brava nel chiamare a rete la kazaka prima di infilarla con il passante che è valso l’aggancio (4-4). Poi, però, ha sprecato tutto nel game successivo, quando con un doppio fallo ha mandato Lena a servire per il set. Rybakina ha capitalizzato al meglio l’occasione e, nonostante tre seconde su quattro servizi, ha tenuto la battuta a zero con una buona prima al centro: 6-4.
All’inizio della seconda partita, la bielorussa classe 1998 ha rischiato di capitolare. Condizionata dalla paura di commettere troppi gratuiti, si è subito ritrovata sotto 15-40. Dopo aver però annullato con coraggio le due chance di break, ha preso coraggio e l’inerzia è cambiata. Ha abbassato la velocità del servizio per limitare i doppi falli ed è cresciuta in risposta dove, riuscendo con più continuità a far partire lo scambio ha trovato anche la giusta confidenza nei colpi da fondo campo. Nel quarto game si è vista annullare la prima chance di break da un ace esterno, poi, sulla seconda, ha trovato una risposta profonda che le ha permesso di strappare la battuta alla kazaka.
La partita si è accesa e gli scambi si sono allungati. Rybakina ha reagito immediatamente, ma si è vista annullare l’opportunità del contro break da un gran vincente di rovescio che ha permesso a Sabalenka di tenere il servizio ed involarsi sul 4 a 1. Al cospetto di una bielorussa ormai sciolta, fluida nella gestione dei colpi e cresciuta in maniera prorompente, la kazaka ha faticato a restare aggrappata al set, salvando nei successivi due turni altre cinque palle break (di cui due set point). Nessun problema però per Sabalenka, brava ad insistere più spesso sul dritto della Rybakina, che ha pareggiato i conti con un ace al centro portando la finale al set decisivo: 6-3.
Dopo aver sofferto la progressione da fondo campo di Aryna, Lena ha iniziato a difendersi meglio, riuscendo con pazienza anche a ribaltare l’esito di alcuni scambi che, per reciproche caratteristiche, spesso si erano decisi in precedenza dopo la prima accelerazione. Ma nel complesso, la bielorussa è sembrata sempre avere più energia ed ha costantemente comandato le operazioni al cospetto di una kazaka sempre più lenta negli spostamenti. La prima occasione in risposta è arrivata nel quinto game, quando Sabalenka ha trovato un bel vincente di dritto in lungolinea (30-40): lucida Rybakina a togliersi dai guai con una gran prima al centro che le ha permesso di tenere la testa avanti (3 a 2).
Nel fatidico settimo gioco Aryna si è costruita altre tre (non consecutive) chance e, dopo essersene vista annullare due da altrettanti servizi vincenti, con lo smash si è andata a prendere il break decisivo (4 a 3). Rybakina ha provato a reagire, costringendo la bielorussa ai vantaggi nel game successivo con una gran risposta vincente di dritto, ma la ragazza di Minsk non ha tremato confermando il vantaggio con un ace esterno (5 a 3). Presentatasi a servire nel decimo game per il titolo in un turbinio di emozioni, nonostante la tensione salita alle stelle, la bielorussa non ha fallito l’appuntamento con la storia e, al quarto match point, dopo aver annullato una palla del contro break, ha mantenuto saldi i nervi. Così, quando il dritto di Rybakina si è spento oltre la linea di fondo campo, si è potuta lasciare andare ad un pianto liberatorio: 4-6 6-3 6-4.
Per Elena, subito corsa sportivamente ad abbracciare l’avversaria, è la conferma che il trionfo dei Championships della scorsa estate non era stato uno scherzo del destino, ma solo lo sbocciare di una giocatrice destinata a restare al vertice per molto tempo. Per la leonessa di Minsk il primo titolo slam della vita in singolare (già due erano stati invece i trionfi in doppio) è la definitiva consacrazione, la svolta di una carriera che sembra già proiettata verso altri importanti traguardi.
AUSTRALIAN OPEN – Finale
[5] A. Sabalenka b. [22] E. Rybakina 4-6 6-3 6-4