ATP Tel Aviv – Non poteva sperare in un epilogo migliore la federazione tennistica israeliana che, dopo ventisei anni, è tornata ad organizzare un evento ATP di categoria 250: è stata infatti una finale di lusso quella che ha visto Novak Djokovic imporsi 6-3 6-4 su Marin Cilic e conquistare così il Tel Aviv Watergen Open 2022.
“Ogni vittoria aiuta, soprattutto quando non puoi giocare per tre mesi. Wimbledon è stato il mio ultimo torneo, quindi è molto importante per me vincere quante più partite possibile. Non solo per la classifica, ma anche per il mio livello di fiducia”. Con queste dichiarazioni rilasciate dopo il successo in due set su Roman Safiullin che gli aveva spalancato le porte della finale numero 127 nel circuito maggiore, Nole (numero uno del tabellone) aveva sottolineato tutta l’importanza del momento, nonché quanto ci tenesse a conquistare l’intera posta in palio.
Reduce dalla partecipazione in Laver Cup in un’edizione resa indimenticabile dall’addio al tennis giocato di Roger Federer, Djokovic è arrivato a Tel Aviv per disputare un match ufficiale 81 giorni dopo quello che lo scorso 10 luglio gli aveva consentito di mettere in bacheca il ventunesimo slam della carriera. Costretto a saltare tutta la stagione sul cemento nordamericano, Nole ha scelto l’indoor israeliano per riprendere il ritmo in vista di un finale di stagione che ha ancora molto da dire. Il serbo sarà infatti chiamato a difendere il Rolex Master di Parigi-Bercy conquistato dodici mesi fa e, soprattutto, proverà ad andare all’assalto delle Finals (che non vince dal 2015) per agganciare Federer, primatista assoluto con sei successi nel torneo dei “Maestri” di fine anno.
A raggiungere il trentacinquenne di Belgrado già numero uno del mondo per ben 373 settimane (mai nessuno come lui) è stato un altro veterano del circuito: il numero due del seed Marin Cilic. Tornato in campo dopo aver costretto al quinto set Carlos Alcaraz a New York nel corso degli ottavi, il tennista di Medjugore (classe 1988) vincitore dell’edizione 2014 degli US Open è approdato in finale (la numero 36 della carriera, la prima di questo 2022 dopo l’ultimo trionfo ottenuto a San Pietroburgo lo scorso anno) soffrendo solo nel match d’esordio, quando era stato costretto a rimontare Dominic Thiem. Venti i precedenti tra i due, di cui diciotto a favore del serbo.
Con un ace al centro da sinistra Nole ha tenuto il game d’apertura al servizio. Come di consueto efficace in risposta e solido in difesa, il campione serbo ha costretto Cilic a scambiare più di quanto il tennista di Medjugore non avrebbe voluto. Messo sotto pressione, Marin ha commesso nel secondo game due doppi falli (non consecutivi, sempre da destra) che sono valsi altrettante palle break ben annullate con lucidità da altrettante prime vincenti. Pur senza strafare ed alzando il livello solo quando necessario con spettacolari vincenti messi a segno nei punti importanti, per quanto ancora non al meglio della condizione Nole ha dato fin da subito l’impressione di essere in pieno controllo della situazione, aspettando solo il momento giusto per affondare il colpo decisivo.
Sanguinoso il doppio fallo con cui Cilic nel quarto gioco ha concesso altre due chance, stavolta consecutive, in risposta (15-40): il croato si è salvato una volta poi, complice un nastro colpito dal tennista di Belgrado, è andato fatalmente fuori giri con il dritto. Nole ha confermato il break, risultato alla fine decisivo, tenendo a zero la battuta (4 a 1) e non ha permesso al numero 16 della classifica di ATP di rientrare. Solo nel nono game Djokovic è stato costretto al vantaggi sul proprio turno (40-40), ma il serbo allenato da Goran Ivanisevic si è tolto da ogni possibile impaccio realizzando due ace consecutivi (uno al centro da destra, l’altro esterno da sinistra) che dopo 46 minuti hanno chiuso il primo set sul punteggio di 6 giochi a 3.
Il fuoriclasse serbo non ha mollato la presa e, in avvio della seconda partita, ha subito messo in cassaforte l’incontro. Quando il dritto di Cilic si è spento in corridoio (15-40) regalandogli due opportunità, Djokovic ha scagliato una delle sue profondissime, proverbiali risposte di rovescio che il croato non è riuscito a difendere. Il tennista di Medjugore ha avuto comunque il merito di non smettere di crederci e, dopo aver salvato nel quinto game una palla del potenziale doppio break di svantaggio, si è subito dopo (complice un doppio fallo di Nole) costruito la prima, ed unica, chance in risposta della sua partita: da campione è stata però la reazione di Djokovic, che ha respinto la minaccia con un ace al centro tenendo Cilic a distanza (4 a 2).
Presentatosi a servire per il titolo nel decimo gioco, Nole ha aperto il game con un ottimo servizio esterno (15-0), quindi è andato a segno con uno spettacolare vincente giocato in lungolinea con lo slice (30-0). Con un passante mal valutato da Cilic è andato a match point ed ha posto fine alle ostilità alla prima chance a disposizione con una prima esterna da sinistra: 6-3 6-4 in 1 ora e 34 minuti.
Per il tennista di Medjugore, a meno di un exploit a Pargi nell’ultimo Master 1000 dell’anno, sarà difficile pensare di qualificarsi per le Nitto ATP Finals di Torino. Ma nell’anno che volge al termine, c’è ancora un grande appuntamento cui Cilic ha sempre dimostrato di tenere particolarmente: la Coppa Davis, già alzata al cielo con la sua Croazia nel 2018. Con il successo di Tel Aviv, Nole mette in bacheca il terzo torneo stagionale (dopo Roma e Wimbledon), il numero 89 della sua formidabile carriera e lancia un chiaro messaggio agli altri attori del circuito: il Djoker è tornato e, per il finale di stagione, è pronto a riprendersi il ruolo di protagonista assoluto.
ATP TEL AVIV
[1] N. Djokovic b. [2] M. Cilic 6-3 6-4