Ecco come la cultura inglese si lega a doppio filo all’arena londinese
La O2 Arena pone le proprie basi nell’esposizione organizzata a Londra per celebrare il terzo millennio. Per l’occasione, infatti, venne alla luce il Millennium Dome, posto sulla penisola di Greenwich, esattamente sulla linea di passaggio dell’omonimo meridiano.
Al momento della sua inaugurazione, a seguito di una gestazione non priva di feroci critiche, fu la regina Elisabetta II in persona a presenziare l’evento. L’esposizione venne divisa in 14 sezioni, raggruppabili in tre principali aree tematiche: “chi siamo”, “cosa facciamo” e dove viviamo”.
Il Dome rimase aperto soltanto 367 giorni, dal 31 dicembre del 1999, allo stesso giorno dell’anno successivo. Da quel momento, si scatenò il dibattito su come riciclare un impianto di tale portata. Ad oggi, infatti è l’ottavo edificio più grande al mondo per volume utilizzabile.
Nel 2001 venne quindi varato il progetto che propose di creare all’interno del sito differenti attrazioni, tra cui anche un palazzetto polifunzionale da 20mila posti. I lavori di ristrutturazione iniziarono nel 2003 e proseguirono fino ai primi giorni estivi dell’anno 2007. Il 24 giugno dello stesso anno “The O2” ha finalmente ospitato il primo evento aperto al pubblico: un concerto dei Bon Jovi.
Venuta alla luce troppo tardi per ospitare gli Oasis, la band inglese più influente dei 15 anni precedenti, l’O2 Arena sarà testimone dell’ascesa dei Coldplay. La band londinese, infatti, si sarebbe esibita per 5 serate nel palazzetto casalingo, tra il 2008 e il 2011, prima di fare il grande salto e abbandonare le arene al chiuso per i più capienti stadi.
La O2 Arena al centro dell’Europa sportiva
Parallelamente, dal punto di vista sportivo, la O2 Arena non ha fatto altro che testimoniare come Londra fosse diventata la capitale europea dello sport.
Utilizzato anche in occasione delle Olimpiadi del 2012, l’impianto ha iniziato ad ospitare abitualmente l’annuale gara di regular season NBA disputata in Europa, numerosi eventi UFC, show WWE e decine di altri eventi sportivi, tra cui, ovviamente, le ATP Finals.
Ben 12 edizioni delle Finals, infatti, hanno avuto luogo sulla penisola di Greenwich. È curioso notare come, nonostante la superficie utilizzata fosse la stessa ogni anno, la velocità del campo, secondo i parametri forniti da ATP, sia stata profondamente differente di edizione in edizione.
È stato soltanto nel 2021 che “il torneo dei maestri” ha cambiato sede trasferendosi a Torino, lasciando così orfana la O2 Arena di un evento tennistico. Ma non per molto. Infatti, dopo un anno di assenza, le palline gialle torneranno a rimbalzare sul meridiano di Greenwich in occasione della Laver Cup.
L’evento, che vede sfidarsi l’Europa contro il Resto del Mondo, rappresenta anche l’ultimo torneo ufficiale per Roger Federer. Lo svizzero ha infatti deciso di ritirarsi proprio nell’evento londinese, dando ancor più peso alla Laver Cup, nonostante si tratti a tutti gli effetti di un’esibizione, in quanto non assegna punti per il ranking ATP. Questa competizione, però, ha sempre goduto di un prestigio che va ben oltre il mero spettacolo, anche per il fatto che tra i suoi promotori c’è sempre stato proprio Federer.
Per il Team Europa, capitanato da Bjorn Borg, accanto a Federer saranno presenti Rafael Nadal, Novak Djokovic, Andy Murray, Matteo Berrettini, Stefanos Tsitsipas e Casper Ruud. Il Resto del Mondo, invece, si presenta agli ordini del Capitano John McEnroe con Felix Auger-Aliassime, Taylor Fritz, Diego Schwartzman, Jack Sock, Alex de Minaur e John Isner.
Nelle quattro edizioni precedenti l’Europa ha sempre portato a casa il trofeo. Sarà questa l’occasione buona per assistere al primo trionfo del Resto del Mondo?