WTA Toronto – “Stare nella sua accademia e vedere quell’atmosfera mi ha colpito molto. Vedere tanti bambini combattere per realizzare i propri sogni mi ha riempito di nuova energia. Sento ancora di potercela fare e continuo a lavorare sodo ogni giorno”. Con queste parole pronunciate al termine della semifinale, la tennista di Costanza era tornata sull’argomento, individuando in coach Patrick Mouratoglou il fattore motivazionale che aveva fatto riaccendere in lei la scintilla. Parole suggellate oggi dal profondo abbraccio che i due si sono scambiati al termine del match che, vinto da Simona Halep per 6-3 2-6 6-3 su Beatriz Haddad Maia, ha riportato la campionessa rumena nell’Olimpo del Tennis. Una finale, quella dell’edizione 2022 del National Bank Open, tutta da raccontare, a partire dalle sue premesse.
Una ex numero del mondo già due volte campionessa slam e con 23 titoli in bacheca desiderosa di dimostrare a tutti, forse prima di tutto a sé stessa, di essere ancora in grado di competere ad altissimi livelli. Una tennista con un promettente passato da junior che dopo troppe disavventure (quattro gli interventi chirurgici subiti in carriera) ha iniziato l’anno da numero 82 del ranking, conquistando in stagione i primi due titoli in carriera. Una già diciassette volte finalista in un WTA 1000 (con otto successi, l’ultimo dei quali a Roma due anni fa) contro una esordiente assoluta all’ultimo atto di un torneo di siffatta caratura, desiderosa di regalare a se stessa ed al suo popolo un sogno chiamato Toronto. Punti di partenza diametralmente opposti, convergenti solo verso l’obiettivo finale: vincere.
Una partita che sulla carta avrebbe in Simona Halep (le cui gesta ampiamente note non necessitano di essere ulteriormente divulgate) una favorita d’obbligo, e che pure l’impressionante statistica di Beatriz Haddad Maia contro le top 20 negli otto confronti stagionali rende particolarmente incerta anche nel pronostico. Dopo essere stata sconfitta proprio da Simona agli Australian Open, quest’anno Bia è stata in grado di infilare sette successi consecutivi contro le migliori venti giocatrici del mondo: due con Sakkari (a Miami e Nottingham), poi con la stessa Halep (Birmingham), quindi a Toronto con la padrona di casa Leylah Fernandez, la leader del circuito Iga Swiatek, la medaglia d’oro olimpica Belinda Bencic e la finalista della passata edizione Karolina Pliskova.
Dopo un primo game di studio vinto dalla brasilana sul proprio turno, Halep evidenzia subito i problemi avuti con il servizio negli ultimi due match e, con un errore di dritto e quattro doppi falli (tutti dal lato sinistro) cede subito la battuta. Rabbiosa la reazione della ex numero uno del mondo, che prova subito a scuotersi per non mandare in fuga Bia: in un interminabile terzo gioco la rumena si procura due chance (non consecutive) di break che però un’ottima Haddad Maia annulla con altrettanti vincenti di dritto issandosi sul 3 a 0.
Sembra un set già compromesso, ma Simona non è diventata numero uno del mondo per caso. Dopo aver tenuto il servizio nel quarto gioco, la bicampionessa slam torna ad insidiare la battuta della ventiseienne di San Paolo. Halep non sfrutta a dovere due chance consecutive, poi indovina una gran risposta in lungolinea che le consente di chiudere il punto con un vincente di dritto scagliato sul lato opposto; quindi muove bene la brasiliana nello scambio successivo costringendola all’errore di rovescio. Ottenuto il contro break, la tennista di Costanza non fallisce l’aggancio nel game successivo (3 a 3).
Haddad Maia accusa il colpo e vacilla: il dritto scagliato in controbalzo dalla numero 24 del mondo termina in corridoio (30-40). Si stampa invece sulla riga quello di Simona che, costringendo Bia all’ennesimo errore, le strappa un altro break. Quattro giochi consecutivi e sorpasso Halep (4 a 3). Adesso la rumena classe 1991 non sbaglia più. Doppio fallo della brasiliana (15-40), scambio durissimo e gran vincente con il rovescio di Halep che, con sei giochi consecutivi, fa suo il primo set: 6 a 3 in 50 minuti.
Se c’è una cosa che Haddad Maia ha imparato in questi giorni è sicuramente la capacità di soffrire, restare aggrappata alla partita e risollevarsi. È un vincente di rovescio a restituire alla brasiliana la giusta carica in avvio della seconda partita; il successivo vincente di dritto scagliato dal centro del campo vale il break point: splendido poi il dritto mancino con cui in lungolinea Bia strappa subito la battuta ad Halep. Dopo aver sprecato una palla del contro break, la rumena rivive gli incubi al servizio e con un doppio fallo capitola nuovamente: 3 a 0 per la brasiliana. Come nel primo set, ma stavolta con doppio break di vantaggio. Solidissima al servizio Haddad Maia chiude in scioltezza: 6 a 2 in 35 minuti.
La Terza e decisiva partita si apre, come la seconda, con Halep al servizio. Nonostante due doppi falli (ed altrettante chance concesse in risposta), la rumena riesce a tenere la battuta. Seguono tre break consecutivi (di cui due in favore di Simona) che lanciano definitivamente Halep. La tennista di Costanza tiene infatti la battuta nel quinto game e piazza l’allungo decisivo: 4 a 1. Da quel momento, non ci saranno infatti più occasioni in risposta. Perfetto il settimo game dell’ex numero uno del mondo, che tiene a zero il turno di battuta affondando con il rovescio lungolinea prima di chiudere il punto con lo smash, garantendosi così la possibilità di andare a servire per il match (5 a 2).
Circostanza che puntualmente si materializza nel nono gioco, aperto con un passante incrociato di dritto in corsa da standing ovation e concluso da una risposta in rete di Haddad Maia: 6-3 2-6 6-3 il punteggio che dopo 2 ore e 16 minuti regala a Simona Halep il terzo trionfo in Canada, il primo a Toronto dopo i due di Montreal (2016, 2018). Per Simona, che da domani risalirà alla posizione numero 6 del ranking, è il titolo numero 24 in carriera (il nono di categoria 1000), il più importante dopo gli Internazionali d’Italia vinti nel 2020.
La sconfitta in finale non cancella lo splendido percorso di Haddad Maia, che da domani si consolerà con il nuovo best ranking (n. 16). Prima del match aveva detto che era arrivato il momento di dare tutto in campo, di giocare il suo miglior tennis, di divertirsi. Anche nei momenti più difficili del match, la ventiseienne di San Paolo ha sempre tenuto un atteggiamento positivo in campo, accompagnata sempre dal sorriso, fedele alla sua filosofia: “Il gioco del tennis è come la vita: non importa quali errori commetti, quali alti e bassi attraversi, dobbiamo guardare avanti e analizzare cosa abbiamo sotto controllo e cosa possiamo migliorare. Ecco come la vedo io”. Intanto, riaccendendo la passione sopita dei supporter brasiliani che dai tempi di Guga Kuerten aspettavano di rivivere simili emozioni, ha vinto la partita più importante. Prima della finale, per Bia, c’è anche stato un altro indimenticabile regalo: le congratulazioni e l’incitamento di Pelé.
WTA TORONTO
Finale
S. Halep (15) b. B. Haddad Maia 6-3 2-6 6-3