WTA Praga – Si è conclusa con il successo di Marie Bouzkova l’edizione numero tredici del Livesport Praga Open: 6-0 6-3 il punteggio con cui la beniamina di casa si è imposta sulla russa Anastasia Potapova nella finale giocata sul centrale del Tennis Club Sparta nella capitale della Repubblica Ceca.
Non è stata certo una novità, la presenza di una tennista ceca all’ultimo atto del torneo. Anche se probabilmente il pubblico di casa si sarebbe aspettato di veder spuntare, da quel lato del tabellone, Barbora Krejcikova. La detentrice del titolo che lo scorso anno (dopo un’eccellente carriera da doppista) era esplosa in singolare trionfando al Roland Garros, in questo 2022 è ancora lontana dal suo miglior livello. Dopo un buon avvio (sconfitta in finale a Sydney da Badosa in gennaio), la tennista di Brno si era infortunata al gomito durante il torneo di Doha giocato a febbraio.
Rientrata in campo dopo tre mesi direttamente a Parigi, aveva lasciato la capitale francese tra le lacrime: quelle con cui, in conferenza stampa, non era riuscita a nascondere la delusione in seguito all’eliminazione al primo turno per mano di Diane Parry. Arrivata a Praga da numero due del tabellone, la ceca aveva superato agevolmente Blinkova, prima di essere rimontata dalla Hibino.
Dalla parte bassa rimasta orfana della sua leader, è emersa quindi la connazionale Marie Bouzkova (numero 8 del seeding). La tennista di Praga (24 anni compiuti lo scorso 21 luglio) allenata dal papà e da Christian Requeni (e che tra i dieci ed i dodici anni aveva frequentato l’accadermia di Nick Bollettieri in Florida) ha raggiunto la quinta finale in carriera, la seconda quest’anno dopo la sconfitta subita a Guadalajara da Sloane Stephens in febbraio, senza lasciare un set per strada.
Un percorso che ha visto la numero 66 del mondo (in grado quest’anno di raggiungere a Wimbledon il primo quarto di finale in carriera a livello slam) avere ragione di due giovani talenti: quello della russa (classe 2003) Oksana Selekhmeteva ai quarti e quello della connazionale (classe 2004) Linda Noskova in semifinale.
Intenzionata a festeggiare in casa il primo titolo in carriera, la ceca si è trovata a condividere il palcoscenico con Anastasia Potapova. La russa, che lo scorso aprile aveva accolto come una liberazione il trionfo di Istanbul (il primo successo messo in bacheca superando in finale la connazionale Kudermetova), è arrivata a Praga in piena fiducia, reduce da due semifinali consecutive (Losanna e Amburgo).
Perfettamente a suo agio sul cemento, la tennista nata a Saratov il 30 marzo del 2001 (numero 59 del mondo e numero 7 del tabellone) ha imposto il suo ritmo a tutte le avversarie: quattro vittorie senza concedere set tra cui spicca il 6-1 6-1 rifilato durante i quarti alla numero uno del seed (e n. due della classifica WTA) Anett Kontaveit, travolta in appena 51 minuti di partita.
L’unico precedente tra le due vinto dalla Bouzkova in tre set sul cemento di Miami (durante le qualificazioni) ha forse aiutato la tennista ceca, entrata in campo serena e capace di tramutare in energia positiva il sostegno arrivato dagli spalti.
Solida al servizio, pronta in risposta ed abile ad appoggiarsi ai colpi dell’avversaria, Marie ha retto bene lo scambio, aiutata del resto da un’avversaria che si è esibita in una moltitudine di gratuiti senza controllo, anche quando ha smesso di premere sull’acceleratore per rallentare i colpi nel disperato tentativo di cambiare strategia. L’ennesimo errore di rovescio in risposta della russa ha chiuso il primo parziale dopo appena 27 minuti: 6 a 0 per Marie. Un set perfettamente fotografato dalle statistiche: 4 vincenti e 16 errori per Potapova, 0 vincenti e 4 errori per Bouzkova.
Nell’intervallo Potapova non è riuscita a schiarirsi le idee, commettendo subito due doppi falli: fatale il secondo, che le è costato il break in apertura. Alternando colpi di pregevole fattura ad autentici regali oltre ogni ragionevole generosità, la russa ha continuato (più nel male che nel bene) a dettare i ritmi dello scambio, a fronte di una Bouzkova che (armata di tutta la pazienza di questo mondo) ha saggiamente aspettato l’inevitabile epilogo della trama, disvelato dal tabellone nel 6-0 6-3 che, dopo 1 ora e 10 minuti, l’ha ricoperta di gioia permettendole di festeggiare il primo titolo.
Il primo trofeo messo in bacheca consente a Marie di eguagliare il best ranking (n. 46) che aveva già raggiunto nell’agosto del 2020. Sopratutto, mette un tassello ad una carriera dalla crescita lenta che, in quella inesauribile fucina di talenti rappresentata dal tennis ceco, rischiava di ritrovarsi schiacciata tra un presente ancora ingombrante rappresentato da mostri sacri (Petra Kvitova e Karolina Pliskova) ancora in grado di regalare acuti importanti, ed un futuro incalzante con le fattezze di giovanissime desiderose di prenderne l’eredità come, solo per citarne alcune, le sorelle (Linda e Brenda) Fruhvirtova e Lucie Havlickova (vincitrice quest’anno dell’edizione juniores del Roland Garros e numero due della classifica Itf).
Il nuovo best ranking (da domani sarà numero 47 al mondo), unitamente allo stato di forma complessivamente mostrato in settimana, è l’unica buona notizia per Potapova. La tensione con cui ha affrontato la finale di oggi (la quarta in carriera) non è un bel segnale per Anastasia. Superato il tempo della pressione e della frustazione per le aspettative deluse (a livello juniores nel 2016 aveva trionfato a Wimbledon ed era anche stata numero uno del mondo), sembrava che per la russa fosse finalmente arrivato il momento della maturità, della consapevolezza e dell’accettazione. Ma forse, per questo, servirà ancora un altro po’ di tempo.
WTA PRAGA
M. Bouzkova b. A. Potapova 6-0 6-3