È il destino di qualunque selezionatore, quando la scelta è rischiosa il giudizio è sospeso fino al risultato finale: se va bene si prende del genio, altrimenti giù con le critiche. E tante saranno quelle che Yannick Noah sentirà per le scelte odierne.
L’allenatore francese aveva stupito un po’ tutti con la scelta di Chardy come singolarista da opporre a Borna Coric nella prima giornata. L’idea, forse, prevedeva un giocatore che togliesse il tempo al giovane croato, dandogli poco modo di entrare nel contro-attacco, fase in cui eccelle. Non poteva andare peggio. Chardy inizia al servizio e la partita va subito in salita, undici minuti di game che si rivelano subito macigni; per il francese, uscire dall’infinita serie di vantaggi sarebbe significato un punteggio da routine, un break in partenza voleva dire confermare la sfiducia palpabile del pubblico casalingo e iniziare come peggio non si poteva. Andrà così e la botta sarà tremenda. Dopo il primo gioco Chardy sembra il giovane esordiente in pasto al veterano di casa, non riesce a reagire e subirà un parziale di dodici punti a zero per vedere l’avversario andare 4-0. Da qui si segue i servizi fino al 6-2.
Nel secondo set Chardy sembra finalmente in partita, al servizio riesce spesso nell’uno-due, evitando di avviare lo scambio, dove la maggiore intensità di Coric non gli lascia possibilità di match. Tutto regolare fino al 5-5 quando il croato dà l’ultima sgassata. Coric avanza il punto di impatto in risposta, si fa aggressivo e, come i grandi, decide quando far svoltare il match. Arriva il break che vale il secondo set, poi Coric approfitta del colpo accusato dal francese, capisce di poter prendere subito il largo e mette Chardy alle corde. Il transalpino si salva al primo turno di servizio ma capitola al secondo. Il croato non tremerà mai e si rende inavvicinabile al servizio: troppo maggiore la pesantezza di palla, troppo superiore di fiducia e condizione Coric, troppo buttato nella mischia Chardy.
E felice non è stata nemmeno la scelta di Jo-Wilfried Tsonga per il secondo singolare. Sicuramente ottima e senza sbavature la prova di Marin Cilic, ma le ancora incerte condizioni del transalpino si sono rivelate decisive. Tsonga non ha mai veramente impensierito in risposta il croato, la mobilità in campo è andata via via calando fino al disperato quanto inutile medical time out del terzo set dopo aver subìto il break che si rivelerà poco dopo decisivo.
Col senno di poi gli echi di questa prima giornata dell’ultima finale di Davis vecchio stile saranno: perché non rischiare l’imprevedibile Paire o perché non portarsi dietro il sempre saggio Simon? Domani il doppio che potrebbe chiudere la sfida. Se così non fosse, domenica gli interrogativi però potrebbero spostarsi sulla solidità di Cilic…
Risultato:
B. Coric b. J. Chardy 6-2 7-5 6-4
M. Cilic b. J.W. Tsonga 6-3 7-5 6-4