ATP Bercy: Khachanov completa l’opera. Djokovic battuto in due set. Grazie Ale

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da Parigi, Ciro Battifarano

Karen Khachanov è il nuovo campione del Rolex Paris Masters. Conquista con merito il suo primo trofeo Masters 1000 superando in finale un Novak Djokovic provato dalle 3 ore di semifinale contro Roger Federer.

K. Khachanov b. [2] N. Djokovic 7-5 6-4

Un calorosissimo pubblico accoglie Novak Djokovic e Karen Khachanov nella Accor Hotels Arena di Parigi. Un’atmosfera che il russo ha avuto più volte modo di apprezzare “Mi piace giocare nei grandi stadi, quando c’è un sacco di gente e sono lì a fare il tifo“. E i risultati in stagione gli danno ragione: i due titoli conquistati, Marsiglia e Mosca, sono entrambi indoor. Sul serbo grava qualche perplessità sulla freschezza dopo la semifinale di ieri contro Federer. Arbitra la partita, la sua ultima partita ufficiale sul seggiolino a metà campo, Cedric Mourier, più di 4.000 partite all’attivo, finali slam, delle Finals e tante altre ancora.

Djokovic inizia la sua partita con le idee ben chiare, cercare di tenere l’avversario sul rovescio, sul dritto gli gioca solo per farlo muovere. Così facendo già nel secondo gioco il serbo si procura la prima palla break dell’incontro, ma Khachanov non si spaventa e annulla.  Nel successivo turno di battuta del russo si porta avanti 0-40, Khachanov riesce ad annullarle tutte, grazie a delle buone prime, ma portato ancora sul rovescio ne concede una quarta che sarà quella buona, 3-1 per Nole. Il quattordici volte campione slam commette però alcuni errori da fondo nel game successivo e vanifica il vantaggio. La partita ha forse qui il suo punto di svolta, al cambio di campo Khachanov rientra decisamente rinfrancato ed inizia a mettere in mostra il suo gioco: servizio, dritto che toglie il tempo a Djokovic e non solo. Anche in difesa il ragazzo tiene bene, e appena può passa al contrattacco, non disdegnando efficaci discese a rete. Qualche errore qua e là, uno 0-30 pericoloso nel decimo gioco, ma Djokovic per sua fortuna inizia a mostrare segni di cedimento. Scampato il pericolo, nel gioco successivo riesce a procuarsi la sua prima palla break dell’incontro. La trasforma impressionando tutti per la facilità con cui inverte l’inerzia di uno scambio in cui aveva sempre dovuto recuperare e che all’improvviso ha svoltato con una staffilata di rovescio. Al servizio per il set esordisce con un doppio fallo e con un errore di dritto, ancora sotto 0-30 ma ne esce magistralmente con servizio e dritto e porta a casa il primo parziale.

Dopo la pausa tra un set e l’altro Djokovic dà l’impressione di rientrare più propositivo ma è un fuoco di paglia. Nel terzo gioco, fiacco, offre due palle break. Ne esce col servizio ma sul 40 pari azzarda un attacco morbido a rete sul dritto di Khachanov che, nemmeno a dirlo, passa agevolmente. Sulla palla break Djokovic si consegna con un rovescio scarico sulla rete. Khachanov conferma facilmente il break e nel turno successivo di servizio di Djokovic decide di tirare il fiato. Scelta saggia, al servizio è lucido e non fa alcun passo falso. Djokovic invece è sempre più stanco, nel settimo gioco cerca di accorciare lo scambio quanto più è possibile, venendo a rete anche su seconde che a malapena viaggiano a 140 Km/h. Evita comunque il doppio break ma in risposta non riesce in alcun modo ad impensierire l’avversario che con la tranquillità di un veterano chiude la partita.

Si interrompe a quota 22 la striscia di vittorie consecutive di Novak Djokovic che però da domani riprende da quota 224 con le settimane al vertice del ranking.

Khachanov, dopo aver annullato due match point ad Isner nel terzo turno, raggiunge un livello di eccellenza, lasciando le briciole a Zverev e Thiem, e confermandosi ad altissimo livello con Djokovic (4 vittorie di fila contro top ten). La grande Russia avrà forse trovato il nuovo Marat Safin, paragone di cui già in molti hanno abusato riferendosi a Khachanov. Dei tre russi emergenti, Karen è forse quello che somiglia di più allo zar: altezza, gioco, servizio, potenza da fondo. Bercy è ancora torneo di una prima volta, ma con molte probabilità il nuovo Marat non sarà una meteora. In classifica Khachanov si issa fino al numero 11 e dovrebbe andare alle Finals come secondo alternate.

Lo stesso Djokovic, sia durante la premiazione sia in conferenza stampa, ha sottolineato la gran partita e la gran settimana del russo, glissando sulla possibile stanchezza fisica ed emotiva provocata dalla semifinale di ieri. “Non voglio parlare di questo (della stanchezza, ndr). Voglio parlare di quanto ha giocato bene, l’intera settimana, e ha assolutamente meritato di vincere la partita di oggi. Tutto merito suo, se lo merita. E’ un giocatore giovane ed emergente ma è già un giocaotre solido, un top playe. Ha mostrato grandi doti oggi che ce lo faranno apprezzare molto in futuro“.

Complimenti ricambiati da Khachanov che, dopo le dediche di rito al suo team, al pubblico, agli organizzatori, ha indicato Djokovic come un modello a cui ispirarsi. In conferenza stampa, anche qui con la calma di un veterano, dirà “E’ uno dei tennisti migliori, non è un segreto. Con tutti i tornei che ha vinto, le difficoltà che ha avuto negli ultimi due anni e il ritorno al numero 1, è davvero una fonte di ispirazione. Penso non solo per me ma anche per molti altri tennisti“.

Anche io voglio fare una dedica speciale, non di rito, per questo torneo, ad Alessandro. Grazie a lui oggi sono qua, ho trascorso questi fantastici giorni di tennis. Con la sua simpatia e gratuità, che ricordano tutti anche qui in sala stampa a Bercy, mi ha fatto riavvicinare ad un mondo dal quale mi stavo allontanando. Semplicemente grazie!