Analisi tecnica del dritto – l’uso del tappo e la caduta della testa della racchetta

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Continuiamo la nostra rubrica con il consueto appuntamento settimanale che riprende l’articolo di settimana scorsa. Stiamo procedendo in linea trattando gli argomenti dandogli un filo logico cosicché siano più semplice e di maggiore identificazione per i lettori.

Settimana scorsa abbiamo analizzato nello specifico la fase di accelerazione e pronazione nel dritto; come anticipato nello scorso articolo oggi andiamo ad analizzare altre due fasi principali nell’esecuzione del colpo che necessitano di un’analisi approfondita e specifica, come piace fare a noi. Pertanto andiamo ad immergerci nelle fasi successive del dritto, avvicinandoci a quelle che ci portano all’impatto: oggi vediamo l’utilizzo e l’importanza del tappo e l’azione della mano con la caduta della testa della racchetta. (Più avanti nell’articolo potrete incorrere nella definizione tdr – usata come abbreviazione di “testa della racchetta“)

Entriamo subito nell’analisi. Come detto la fase di accelerazione è quella che ci permette di generare energia sfruttando la fisica applicata alla biomeccanica ed all’azione della racchetta nello spazio per poter andare all’impatto. Di seguito abbiamo visto la fase di pronazione ovvero la pronazione della mano che permette il corretto ingresso nel colpo.

Oggi vediamo la fase di ingresso nel colpo con l’utilizzo del tappo. Il tappo è la parte sottostante al manico della racchetta; rappresenta una fase chiave nell’azione del dritto perché è un indicatore fondamentale per farci capire se l’effettiva esecuzione del colpo sia eseguita nella maniera corretta. Il tappo funge da mirino. Spesso durante una lezione sentirete o avrete sentito dire “metti il tappo”, questo perché il tappo va rivolto verso il campo e quindi verso la palla e ci permette un corretto ingresso nel colpo e di conseguenza un corretto lavoro della mano. Un errore comune è quello di avere il tappo della racchetta rivolto verso l’esterno e non verso il campo, o ancora rivolto sì verso il campo ma con il palmo della mano rivolto verso il basso anziché verso l’esterno, dunque senza eseguire la fase di pronazione.

Vediamo tramite queste immagini il corretto utilizzo del tappo nell’ingresso al colpo. (immagini prese come quelle negli scorsi articoli dal canale dartfish di Danilo Pizzorno – Progetto videotennis)

In queste due immagini siamo immediatamente dopo, come detto, alla fase di pronazione, quindi con la testa della racchetta ed il palmo della mano che pronano, e passano dunque, usando una definizione semplicistica, dal guardare verso il basso a guardare verso l’esterno del campo.

Si vede come il tappo indichi appunto la zona di impatto e la pallina, con il braccio completamente disteso, gli appoggi corretti in fase di neutrale stance, il piede posteriore che segue la fase di azione che proietta il braccio ed il corpo verso l’impatto in avanti.

Il tappo permette di indicare al braccio-racchetta la linea da seguire per eseguire l’ingresso nel colpo. Dunque un concetto chiave da esprimere: l’ingresso nel colpo prima di andare ad effettuare l’impatto deve avvenire prima con il tappo che deve entrare lineare prima che la racchetta poi esegua la sua azione. Pertanto la racchetta nella fase di ingresso entrerà prima lineare con il tappo rivolto verso il campo, dopodiché ci sarà l’azione della mano e del braccio che porta la fase di impatto con il piatto corde e la mano che passano ad essere rivolti verso il campo.

Di seguito vediamo dalle immagini (prese dalla stessa fonte delle precedenti) in cui questo concetto può apparire più chiaro. È importante usare il supporto delle immagini per potersi rendere conto visivamente dei concetti espressi in linea teorica.

Grazie a questa immagini stupenda, utilizzando un software di videoanalisi specifico si nota appunto ciò che stavamo dicendo poco fa. Ovvero la fase di ingresso nel colpo con il tappo che si muove come un mirino ed indica la linea da seguire all’assetto braccio racchetta, prima che avvenga la fase di impatto, come si vede dall’immagine in sovrimpressione con la mano di Federer nel cerchio rosso che testimonia l’azione della stessa verso l’impatto che porta il piatto corde a colpire, con il braccio disteso.

Le frecce, come si può vedere, indicano appunto l’azione del piatto corde e della mano che si muovono insieme, chiaramente.

Un ulteriore punto chiave da chiarire è l’azione della testa della racchetta. Nell’immagine si vedono tre differenti linee di altezza della racchetta nella sua fase di ingresso. Questo perché in seguito alla pronazione ed alla fase di ingresso del tappo, la mano in assoluta decontrazione, esegue la fase di caduta della tdr*, che, come si vede scende all’altezza del ginocchio prima di entrare nella zona di impatto e colpire. Questo concetto è fondamentale. In quanto la fase di caduta della tdr è un passaggio fondamentale nell’esecuzione del colpo per generare topspin, parlando di un colpo ad altezza fianco. È una fase che molti tennisti non riescono ad avere ben chiara, e che dipende totalmente dal corretto movimento complessivo dalla prima fase di apertura, oltre che dalla totale decontrazione della mano e rilassatezza e naturalezza della stessa durante l’esecuzione tecnica.

La fase di caduta della tdr rappresenta un passaggio che necessita di un allenamento specifico, a tal proposito è molto utile esercitarsi con un attrezzo, a me molto caro, come il ‘’topspin pro’’, chiaramente seguiti in maniera specifica e professionale, in quanto è fondamentale eseguire l’esercitazione in maniera corretta tecnicamente e biomeccanicamente.

Il passaggio chiave va interpretato nell’utilizzo della mano; la fase di caduta della tdr permessa dalla decontrazione della presa stessa e dell’arto, fa sì che possa avvenire l’ingresso nel colpo con la tdr, come si vede nelle immagini, più bassa rispetto al livello della pallina e della mano stessa, e ciò chiaramente permette l’esecuzione del topspin, con la mano stessa che va a lavorare nel colpo, avvolgendo la pallina completamente. È imprescindibile il passaggio secondo cui la rotazione, dunque il topspin, la base del tennis moderno avviene grazie all’utilizzo corretto della mano, e quindi di conseguenza del piatto corde, essendo le due fasi assolutamente collegate, ed il movimento della mano totalmente connesso a quello del piatto corde, come se fossero un tutt’uno. L’azione del braccio avviene nella fase successiva, ma il topspin dipende dal lavoro della mano nel colpo, e per questo necessita un’analisi specifica ed approfondita, mediante immagini che possono aiutare a chiarire bene la situazione e gli sviluppi tecnici, a cui va chiaramente messa un allenamento specifico e di qualità per poter garantire uno sviluppo ed un miglioramento di determinate tematiche chiave nel tennis moderno e che permettono la crescita del giocatore, di qualunque livello, ed il suo sviluppo tecnico che lo porta ad avere consapevolezza tecnica e gli trasmetterà le sensazioni e le percezioni tecniche e che gli forniranno gli input chiave per il suo upgrade tecnico.

Il video che abbiamo postato nell’articolo di settimana scorsa, relativo a queste immagini che stiamo prendendo come frame per videoanalisi, lo repostiamo anche oggi per rendere ancora più chiari nel complesso, e sottoforma di video i concetti trattati, che sono chiaramente collegati con quelli di settimana scorsa.

A tal proposito, la settimana prossima analizzeremo la fase di impatto, dopo aver visto la fase di apertura, massimo caricamento, accelerazione, pronazione, utilizzo del tappo e della mano, entreremo nel dettaglio nella fase di impatto ovvero come entra la racchetta nel colpo, come agisce la mano, e vedremo le due fasi di spinta orizzontale e verticale con annesso il finale e la fase di scarico del peso del corpo.

Ecco il video completo, come settimana scorsa invito ad essere attenti alle fase analizzate negli articoli precedenti, e soprattutto a quelle viste oggi, utilizzando il supporto video per far sì che il tutto sia più fluido e possa risultare più chiaro.

 

Appuntamento a settimana prossima!!!

Invito chiunque abbia dei dubbi, o voglia ricevere chiarimenti in merito a qualche concetto espresso negli articoli analizzati fino ad ora, a scrivere una mail a redazione@tiebreaktennis.it, così da poterci eventualmente mettere in contatto.


Giuseppe Abbate

Istruttore di tennis FIT – PTR – International coach MTMCA Next coach GPTCA level C

Specializzato in tecnica, biomeccanica e videoanalisi

Laureato in lingue e letterature straniere